Coppo si presenta e lancia i Rangers in direzione playoff

Il Giornale di Vicenza, 11 Agosto 2013

«Sono rimasto colpito da subito dall´entusiasmo di un vecchio amico, il direttore sportivo Tonello» Lo scorso anno i Rangers arrivarono vicini ai playoff. Quest´anno l´obiettivo è … Fabio Coppo, padovano, classe 1964, da poche settimane è il nuovo direttore tecnico dei Rangers. L´estate è torrida e invoca mare e monti ma il nuovo dirigente è al lavoro per plasmare l´organico dei biancorossi che ad ottobre affronteranno il loro secondo campionato di A2. Coppo è un veterano della palla ovale. È uno che calpesta da sempre i manti erbosi, che l´hanno reso protagonista prima da giocatore, poi da allenatore e, infine, da dirigente. Con un curriculum come pochi. «Ho iniziato a giocare a rugby un po´ per sbaglio. Avevo 16 anni e fui subito proiettato nell´Under 19 del Cus Padova», afferma. Da lì il suo inizio, fino a quando da numero 8, con qualche scivolata “poco gradita” in prima linea, divenne punto di riferimento del First XV patavino in A2. Dopo passò in Super 10 per vestire la maglia del Milan, della Benetton Treviso, del Rovigo e del Bologna, chiudendo la carriera da dove tutto ebbe inizio: il Cus Padova. Per lui anche la soddisfazione di aver indossato la maglia azzurra della Nazionale con 5 caps e 13 presenze, sotto la guida di Georges Coste, suo punto di riferimento. Da allenatore ha diretto il Cus Padova portandolo dalla C alla A2, diventando poi tecnico del Comitato Veneto e della Nazionale Under 17, con cui ha ottenuto due storiche vittorie in terra straniera contro Galles ed Inghilterra. L´hanno scorso ha ricoperto il ruolo di direttore sportivo del Rovigo. Coppo, cosa l´ha spinta ad accettare l´incarico di dt dei Rangers? «Sono rimasto colpito fin da subito dall´entusiasmo di un vecchio amico come il direttore sportivo Max Tonello e di una società, come quella biancorossa, di cui avevo già sentito parlare in questi anni. Una società che si è imposta nel panorama rugbistico non solo per i risultati ma anche per una grande capacità di darsi degli obiettivi e di raggiungere dei risultati». Che obiettivi si pone la società? «Scegliendo una persona con le mie caratteristiche credo che il Vicenza abbia già dimostrato di fare degli ottimi passi avanti sul piano dell´organizzazione societaria. Credo che adesso sia molto importante crescere sotto il punto di vista tecnico, che significa crescere con gli allenatori, crescere nella qualità insieme ai giocatori, valorizzando il vivaio con un percorso lungimirante». Il 6 ottobre inizia il campionato. Come vi state muovendo sul mercato? «In questo momento sto facendo la parte del consulente, mettendo a disposizione le mie conoscenze per cercare di portare ad indossare la maglia dei Rangers dei giocatori che abbiano prerogative da leader, che abbiano avuto esperienze di più alto livello e che quindi possano dare valore aggiunto ad una squadra giovane. A noi, come direbbero gli inglesi, servono dei “leader for example” che, per il loro vissuto e le loro competenze, possano guidare la squadra in ogni evenienza facendola crescere. Per adesso, comunque, mantengo il massimo riserbo sui nomi». Nel girone di A2 sono solo tre le squadre venete e tante saranno le lunghe trasferte. Possono influenzare la stagione? «Le trasferte hanno innanzitutto una prima ricaduta economica perché ad una società costano parecchio e questo dovrebbe essere motivo di riflessione per chi organizza i campionati. In ogni caso le trasferte sono indice di maturità per una squadra che vuole migliorarsi e vuole ottenere dei risultati. Le grandi squadre, del resto, che giochino in casa o fuori sanno imporsi a prescindere». Vicenza è calciofila ma il rugby, in città, sta attirando parecchie attenzioni in virtù dei risultati ottenuti in questi anni. «Credo che la strada dei risultati possa portare del sano entusiasmo. Credo che Vicenza possa innamorarsi di questo sport perché ha dei valori che sono importanti anche a livello sociale ed io farò in modo di fare la mia parte per avvicinare i cittadini a questa disciplina. In fin dei conti basta respirare l´atmosfera di un terzo tempo o vedere un torneo di bambini per capire quanto può dare il rugby». Tre parole con cui definirebbe il rugby? «Lealtà, fratellanza e responsabilità». Qual è l´obiettivo stagionale dei Rangers? «Fare meglio, sempre meglio. Sicuramente migliorare il piazzamento dello scorso anno…». Per chi ha la memoria corta i biancorossi, nella scorsa stagione, sfiorarono i playoff promozione.

TAG