Corriere del Veneto – Vicenza, 27 Maggio 2014
VICENZA — Vince, è in serie A, ma non ha un campo dove allenarsi. È la Vicenza del rugby. Perché è vero che la città che tifa la palla rotonda si strugge per il futuro di un Vicenza Calcio destinato a una nuova stagione in Lega Pro. Ma intanto il Rangers Rugby Vicenza, promosso in serie A (girone 2) nel 2012, ha trascorso la sua prima stagione ai piani alti, conclusa con un quarto posto, arrabattandosi fra campi di fortuna. Per questo venerdì i tifosi hanno lanciato sul sito «Firmiamo.it» una petizione che ha raccolto già 311 adesioni. «Dopo un anno trascorso fra enormi difficoltà e disagi dovuti all’impraticabilità degli impianti di via Sant’Antonino e alle incomplete strutture di via Baracca – vi si legge – chiediamo all’amministrazione comunale di Vicenza di prendere un impegno formale davanti agli sportivi, le loro famiglie, i sostenitori della Rangers Rugby Vicenza e ai numerosi sponsor che l’hanno sostenuto». Il campo storico di via Sant’Antonino è pieno di buche causate dalla bonifica bellica dell’ex aeroporto Dal Molin, futuro Parco delle Pace. Il nuovo campo di via Baracca, ai Ferrovieri, attende da tre anni di essere completato. «A Sant’Antonino avevamo tre campi per giocare e allenarci, ed eravamo in serie C – ricostruisce il direttore sportivo dei Rangers, Massimo Tonello -. Nel 2011 è iniziata la bonifica e ci siamo spostati in via Baracca, dove però i campi sono solo due, ancora incompleti dopo tre anni». Anni in cui la squadra ha bruciato le tappe del rugby nazionale. «Solo uno dei due campi ha il fondo in erba, ma manca di illuminazione, motivo per cui la prima squadra non può allenersi lì. Il secondo al contrario ha l’illuminazione ma non ha il terreno, è una sassaia». Risultato: i giganti della palla ovale si allenano sul campo comunale di via Zanecchin, a Borgo Casale, in pessime condizioni: «È così sabbioso che persino le squadra di calcio di terza categoria si rifiutano di giocarci». Intanto il terreno dell’unico campo da gara in via Baracca (quello senza i fari) mostra pesanti segni di cedimento: lo usano le circa venti squadre che, dagli under 14 agli anziani, ruotano attorno alla società. Qualcuna è costretta a giocare le partite «casalinghe» su campi di Thiene o Padova. Disagi che incidono anche sul «terzo tempo», tradizione conviviale che scatta dopo il fischio finale dell’arbitro. «A Sant’Antonino avevamo una vera Club house con la cucina fissa, i tavoli e un bar, che ci consentiva anche di ricavare qualche introito – spiega il direttore sportivo -. In via Baracca dobbiamo arrangiarci. Abbiamo installato a spese nostre una cucina da campo in uno spogliatoio e uno sponsor ci ha prestato una baracca di legno da campeggio. Non abbiamo il bar e da due anni non organizziamo più Vicenza si mischia, una grande festa dove arrivavano gruppi da tutta Italia e anche dall’estero». La società ha spedito nei giorni scorsi una lettera i protesta all’amministrazione. «Con 300 mila euro i campi di via Baracca verrebbero sistemati – dice Tonello -. Con un investimento equivalente potremmo riavere la sede storica di Sant’Antonino. Il Comune ha trovato i soldi per i nuovi campi di calcetto nei quartieri, mentre noi abbiamo sempre fatto di tasca nostra».