Il Giornale di Vicenza, 29 Febbraio 2016
LA STORIA. Dopo la bonifica bellica è partito il restauro della casa del club cittadino, con l’aiuto dei giocatori della prima squadra. Atteso l’appalto per l’illuminazioneOltre a essere una società sportiva sempre più virtuosa che cresce in numeri e risultati, quella del Rugby Vicenza è una comunità umana che, per raggiungere i propri obiettivi, tra le altre cose può anche radunarsi con pale e rastrelli al campo di strada Sant’Antonino per farlo tornare ai vecchi albori.LUOGO DEL CUORE. Lo storico impianto, che prende il nome del compianto dirigente biancorosso Angelo Gobba-to, è inagibile ormai da un po’ di tempo a causa della bonifica bellica che ha interessato la zona adiacente all’ex Dal Molin. Su quel rettangolo verde, tenuto d’occhio dalla club house, si sono susseguite diverse generazioni di rugbisti, allenatori, dirigenti e volontari, in una concatenazione di vicende diverse che però hanno sempre avuto un unico filo conduttore: l’amore per la palla ovale e in particolare per il Rugby Vicenza.LA RICETTA. Mettici quel sentimento innescato dalla gloriosa memoria dei tempi che furono, miscelalo con la tenacia e l’orgoglio e il cocktail è servito, per lenire la sete dettata dall’esigenza di avere quello spazio fondamentale. Perché infatti, non solo per una questione di principio decine di volontari della società biancorossa da mesi e mesi stanno lavorando alacremente per riqualificare la struttura. Ma anche perché, a fronte delle esigenze delle tante formazioni e dei tanti atleti, dal mini rugby alla serie A, quella struttura serve come l’ossigeno. Finora il Vicenza ha usufruito degli impianti di via Zanecchin e San Pio X, non sempre attrezzati al meglio per la disciplina ovale. In strada Sant’Antonino, i due campi, il principale e quello di allenamento, sono stati risagomati e seminati lo scorso ottobre e sono quasi pronti. Per la fine della primavera dovrebbero essere agibili. Di-scorso diverso, invece, per gli spogliatoi e la club house che, in questi anni di bonifica, hanno subito un notevole deterioramento.LAVORI IN CORSO. «C’è ancora tanto da fare e tanto stiamo facendo, tutto con le nostre forze di volontari – commenta il dirigente biancorosso Gaetano Cadorini -, compiendo un’opera di pulizia della struttura dopo la bonifica bellica. Abbiamo cominciato anche a riqualificare la club house e auspichiamo di poterla rilanciare presto grazie al contributo di un nostro sponsor. Il tutto in un paio di mesi al massimo. A breve, inoltre, attraverso la gara d’appalto del Comune potremmo avere l’impianto di illuminazione funzionante. Nel frattempo – prosegue Cadorini – noi continuiamo a fare la nostra parte, dedicando al Gobbato giornate ad hoc, talvolta grazie anche all’apporto dei ragazzi della prima squadra, ad esempio quando il campionato è in sosta per il Sei nazioni». E tra non molto, potrebbero esserci nuovi sviluppi per il campo di allenamento in sintetico di via Baracca. Ma è tutta un’altra storia.