Trittico Azzurro

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E così ci siamo. Dopo la prima giornata proibitiva della partita Italia vs. All Blaks, arriva il secondo appuntamento che ci vede opposti al Sud Africa. Che dire, sempre stessa storia, perchè nel rugby conta sempre più una sconfitta contro i più forti, magari combattuta, che una vittoria contro i più deboli. E così in questo trittico di partite autunnali dopo le prime due tra le più titolate al mondo arriva Tonga, probabilmente più alla nostra portata ma praticamente a pari punti dell’Italia nella classifica mondiale.

Nella prima partita contava lo spettacolo, e spettacolo è stato perchè fare oltre sessantamila spettatori per una amichevole che portava ad una sconfitta sicura non è cosa da poco. Certo lo spettacolo lo fanno i tutti neri con la loro Haka e il gioco inarrestabile, ma anche così, con gli azzurri sempre in difficoltà e qualche buco in difesa che ti chiedi come sia possibile, alla fine non è stata una brutta partita.

Ora tocca ai verdeoro, che sempre fan pensare a Mandela e a quel mitico mondiale che segnava il ritorno del Sud Africa alle competizioni internazionali dopo gli anni di esclusione causa il razzismo di stato. Impossibile non provare simpatia per questa squadra e non avere davanti agli occhi le immagini di Invictus, il film che ha fatto conoscere a tutti cosa significava il rugby in quel momento in quel paese, lo sport dei bianchi che doveva diventare anche dei neri per poter fare festa assieme e ritrovarsi come nazione unica. Si gioca a Firenze, città bellissima, speriamo in uno stadio pieno che dia supporto agli azzurri, e in una partita di difesa “avanzante” che dia qualche problema ai nostri ospiti. Chiaramente il pronostico ci è sfavorevole, ma speriamo in una partita emozionante.

Infine sabato prossimo appuntamento con Tonga, a Padova. Le isole del pacifico nel rugby fanno una storia a sè, del tutto particolare. Infatti se la Nuova Zelanda fa 5.000.000 di abitanti, come Galles e Scozia per restare in tema, il Sud Africa oltre 50.000.000, avvicinandosi all’Italia, Tonga ne fa poco più di 100.000, come Vicenza per intendersi. Eppure sono lì, al vertice del mondo, come Fiji e Samoa che non sono da meno, perchè sono naturalmente portati al gioco del rugby, e ovviamente tutti giocano. Impossibile non apprezzarli e non provare soddisfazione quando Fiji ha vinto la prima medaglia d’oro olimpica nel rugby seven a Rio, ma sabato prossimo poco da fare, poco da dire: l’Italia deve vincere e tutti noi dobbiamo andare a vederla e cantare l’inno di Mameli con la mano sul cuore, che Padova è qui.

Leopoldo Carta

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